Francesca, la sua storia e la passione per la poesia e l’arte
“Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale.”(C.S. Lewis)
Questa citazione ci introduce molto bene alla storia di Francesca, una donna di 49 anni che si è inserita da poco nel laboratorio di Ceramica Artigianale del Centro Diurno Celadon.
Francesca è una persona solare, sempre ottimista e con molte passioni. Una di queste è la poesia. Le abbiamo chiesto di raccontarci un po’ di sé e di come è nata in lei la voglia di scrivere poesie.
Francesca, avresti voglia di raccontarci un po’ di te e della tua storia?
La mia storia inizia così: ero una ragazza come tante altre, semplice e con mille sogni, l’amica e la confidente di tante persone, sempre disponibile e pronta ad aiutare.
Poi un’incidente stradale all’età di 22 anni mi ha costretta in carrozzina. Ho avuto un grande appoggio da parte dei miei genitori, ma di fatto, mi sono ritrovata con una vita da ricostruire. E l’ho fatto; sempre con il sorriso. Ho cominciato a frequentare un Centro Diurno per ragazzi come me, ho imparato molte cose e ho iniziato a cercare la mia strada.
I miei genitori hanno fondato insieme ad altri un’associazione per traumatizzati cranici (“Fase 3”) con lo scopo di aiutare nel percorso di reinserimento sociale le persone con deficit cerebrali post-traumatici. Finché sei in ospedale, infatti, ti senti protetta, ma al momento in cui esci hai una vita da riorganizzare e il sostegno delle persone a me vicine e dell’associazione mi hanno aiutata molto.
Una delle cose che ho fatto e che più mi piace raccontare è andare nelle scuole con la Polizia Municipale e con la Polizia di Stato a portare la mia testimonianza nei loro interventi sulla sicurezza stradale: mi sentivo una principessa in mezzo a quelle divise. Anche i giornali hanno parlato di me e dei miei interventi e io ne vado fiera.
Nella mia vita ho fatto anche tanti stage: negli ultimi dieci anni ho lavorato al Cup di Villafranca, mi occupavo di inserimento dati.
Ma è soprattutto grazie alla prevenzione stradale, alla pittura e alla scrittura che ho ritrovato una nuova Francesca, anche se caratterialmente sono rimasta la stessa.
A proposito di scrittura, sappiamo che hai una passione per la poesia. Come e quando è nata questa passione?
Ho iniziato a scrivere poesie prima dell’incidente, con lo scopo di mettere su carta e superare grazie alla scrittura le emozioni e i vissuti legati all’età adolescenziale. In particolare, scrivevo per superare il mio non sentirmi bella, il senso di essere sempre il brutto anatroccolo della situazione. Ero una sognatrice e ho continuato ad esserlo, riversando la mia vita tra le pagine di un diario.
“ Guardo fra le pagine
del diario
i colori
di una vita trascorsa:
la mia.”
Hai anche pubblicato una raccolta di tutte le tue poesie.
Si, esatto. Nel 2005 ho raccolto le mie poesie e le fotografie di alcuni dei miei quadri in un libro intitolato “Come un muro che crolla…”
Se dovessi sceglierne una da farci leggere quale sceglieresti?
Vi voglio far leggere “Sensazioni”. L’ho scelta perché è la poesia che rappresenta il senso di tutta la mia vita.
Tra tutte le poesie che ho scritto è quella che sento più mia.
Questa poesia (come scrive il prof. Umberto Tellini nella prefazione al libro) è un’autodedica in cui Francesca parla a sé stessa “dell’incredibile sogno” della sua “esistenza”.
E tutto ciò, da una sedia a rotelle può sembrare assurdo. Ma il percorso che Francesca ha compiuto l’ha portata a ricordarsi sempre che l’unica protagonista della sua vita è lei, che è lei a scegliere se gioire o soffrire e che gli altri sono un aiuto in questo incredibile sogno.
Sensazioni
Cara Francesca,
A volte nella vita
si possono avere sensazioni che non sai
da dove e perché vengono.
E senti che ci vuole il momento giusto
per farle diventare realtà.
Anche gli altri ti aiuteranno in questo incredibile sogno
ma
l’unica animatrice della sua esistenza sei tu.
Sarai tu a dargli vita o morte, gioia o dolore.
Animalo e vivilo cosi intensamente
da toglierti il respiro.
Grazie Francesca. Grazie per esserti raccontata a noi e grazie per questo tuo messaggio di positività e speranza!