L’educatore è un custode di sogni
L’educatore professionale è una figura in continua crescita ed evoluzione, dotata di un sapere teorico e pratico, che possiede, padroneggia e sviluppa le proprie attitudini personali.
Esiste un connubio imprescindibile tra il titolo professionale specifico e alcune caratteristiche che, l’ordine stesso, definisce indispensabili: maturità, responsabilità, apertura e flessibilità nelle idee e nelle azioni. Un’autostima, un equilibrio e un grado d’autocontrollo identificati come ingredienti immancabili per la buona riuscita di ogni intervento educativo.
Caratteristiche riconducibili a una consapevolezza di sè, delle proprie capacità e dei propri limiti che consentono di porre l’attenzione sull’altro nel modo più adeguato per rispondere a tutti i suoi bisogni.
L’educatore è un lavoro ma non è solo questo: è una scelta non formale e non casuale di svolgere un lavoro educativo che per essere definito tale dev’essere caratterizzato dalla collaborazione in équipe con la garanzia e la disponibilità a un confronto continuo.
I molteplici principi guida partono da concetti più generali come il servizio e l’aiuto, la giustizia sociale, la solidarietà e l’educazione che costituiscono una cornice in cui l’educatore si muove per essere un agente d’aiuto avvicinandosi alle persone, accettandole, comprendendole, proponendo e favorendo quei processi educativi che favoriscono il cambiamento attraverso l’essere assieme quotidiano che si propone di non sostituirsi dominando ma di liberare anticipando.
In altre parole l’educatore è un custode di sogni o come meglio scrive Anna Rita Armenti nel libro “L’uomo che dava in prestito i sogni”: «Ricevere in prestito un sogno piuttosto che in dono, contempla l’atto della restituzione, si da indurre chi ne usufruisce a prendersi cura di ciò che si è ricevuto come fosse un oggetto di inestimabile valore. Non è forse così anche per la nostra vita?»
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