"Credo fortemente nella mission di Historie"
È necessario che esistano realtà di questo tipo, impegnate attivamente ogni giorno nel riconoscimento del valore di ogni persona
Aiutare i malati di Alzheimer
I cittadini imparano a capirli
Spiegheremo soprattutto come comportarsi con le persone con Alzheimer che per strada talvolta hanno atteggiamenti che possono spaventare o che non sappiamo come affrontare. Daremo con Fondazione Historie degli strumenti immediati di approccio creando attorno a loro una comunità preparata e formata, una comunità amica, appunto
La malattia ruba la mente?
A Villafranca il progetto per pazienti e familiari
L’Ulss ha appoggiato Fondazione Historie in questo progetto pionieristico. Noi crediamo molto in questo tipo di risposte ai bisogno della comunità
La mia esperienza di vita autonoma
Voglio imparare a gestirmi da sola
MARTINA: Ciao A., ti va di parlare un po’ con noi dell’esperienza delle pronte accoglienze fatte presso la nostra Comunità Corallo?
A.: Ciao Martina, sì molto volentieri… In questo periodo ho un po’ di tempo libero, così mi fai compagnia e mi tengo impegnata!
MARTINA: Perché hai pensato di fare questa esperienza? E’ stata una tua idea?
A.: Sì è stata una mia idea! Ho pensato di fare questa esperienza di dormire in via Mantova, perché voglio imparare a gestirmi da sola.
MARTINA: Hai condiviso questa avventura con qualche amico importante?
A.: Sì, con la mia amica del cuore M.
MARTINA: Come trascorrevi la tua giornata durante le pronte accoglienze? Descrivicela un po’…
A.: Stavo insieme ai miei amici, soprattutto con Marisa. Chiacchieravo e aiutavo dove potevo.
MARTINA: Cosa ti è piaciuto di più di questa esperienza?
A.: Stare fuori di casa, lontana dalla famiglia.
MARTINA: E ora, dimmi cosa ti è piaciuto di meno o cosa secondo te si potrebbe migliorare.
A.: Suggerisco di fare attività di disegno, nel pomeriggio durante il tempo libero.
MARTINA: Senti di essere migliorata in qualcosa, di aver imparato cose nuove? Se sì, quali?
A.: Sento di essere cresciuta mentalmente in questi anni, ho fatto del mio meglio.
MARTINA: Ti piacerebbe continuare questo progetto?
A.: Sì mi piacerebbe molto continuare questo progetto.
MARTINA: Dove e come ti vedi tra qualche anno?
A.: Tra qualche anno mi vedo in comunità Corallo o a convivere con il mio moroso.
MARTINA: Grazie mille A., è stata una chiacchierata piacevole.
A.: Grazie a te Martina, a presto!
Costante attenzione alla Salute
Operatori attenti nel promuovere il diritto alla salute degli ospiti
Sono il Medico di Medicina Generale di alcuni ospiti della Comunità di Vanoni – Remelli da più di 10 anni.
Il rapporto con gli operatori è sempre stato di collaborazione.
Vedo i pazienti in base alle necessità, in ambulatorio e se non in grado di venire in ambulatorio mi reco in struttura.
Gli operatori in base alla mia esperienza sono attenti nel promuovere il diritto alla salute degli ospiti.
Lo scorso anno ho seguito una paziente ospite della struttura che per l’aggravarsi delle condizioni cliniche ha richiesto anche l’assistenza infermieristica, per la quale ho attivato l’assistenza ADI. Gli operatori si sono dimostrati molto disponibili nel gestire questa situazione complicata, nonostante le difficoltà burocratiche e di responsabilità incontrate, essendo operatori e non infermieri.
Lo sport per l'autonomia
…In questa ora regna il sorriso
E’ la seconda stagione che la mia società, Villafranca Volley, prosegue con il progetto sportivo-sociale con Fondazione Historie.
Tutto è iniziato a ottobre 2018, un incontro con due chiacchiere, la struttura, i ragazzi, e abbiamo iniziato… abbiamo capito fin da subito che l’obiettivo era quello di fare sport, ma sport assieme, dove entrambe le parti avrebbero donato qualcosa di loro stessi.
Ci si trova una volta alla settimana, un’ora e mezza circa, nella palestra Liceo Medi o quella di Via Prina di Villafranca dove io personalmente e Matteo, allenatore della prima squadra della società alleniamo i ragazzi, con esercizi tecnici di pallavolo, e la meravigliosa partitella finale…
All’allenamento partecipano sempre genitori delle nostre ragazze e alcune atlete. In questa ora regna il sorriso…
Con l’aiuto dell’educatrice Sofia, persona fantastica, i ragazzi riescono a esprimersi completamente, gestendo il loro carattere: con abbracci se il gesto tecnico non viene, incitando il compagno se sbaglia, o addirittura chiedendo come va, se quel giorno il viso è più scuro del solito.
Sofia è in grado di capire quando fermarsi, quando è ora di fare qualcosa, e con il suo aiuto il rapporto che abbiamo con i nostri ragazzi aumenta sempre di più: ti fanno cambiare la giornata.
I ragazzi seguono anche la Prima squadra, in serie C, il sabato sera venendo a fare il tifo e a turno siedono al tavolo segnapunti e segnano i punti… le loro urla, i loro “dai forza”, “non mollare”, “crederci sempre”… ti danno grinta, ti riempiono il cuore di adrenalina… e provi a vincere solo ed esclusivamente per loro, per sentire il loro “Brave ragazze!” ma se perdi.. quel “brave ragazze” arriva comunque, accompagnato con un grande abbraccio.
Nell’estate del 2019 sono andata a trovarli in comunità e con una gioia immensa mi hanno detto: “Anto, al mare abbiamo vinto le partite di pallavolo grazie a te e a Matteo, ai vostri allenamenti! Dovevate vedere che battute, che schiacciate, esultavamo a ogni punto come ci avete insegnato, abbiamo fatto l’urlo finale… ci siamo sentiti una squadra, forti!” I loro occhi quando mi hanno raccontato questo evento parlavano da soli, la loro felicità si percepiva subito. Un’emozione incredibile. Mi danno tanto, quasi “troppo”. Spero di proseguire per sempre con questo progetto, perché dai miei ragazzi ora è dura separarmi.
Ritengo che sia uno dei progetti più straordinari che io e Fondazione Historie potevamo far partire e per questo non smetterò mai di ringraziare.
Lo sport per l'autonomia
Un’esperienza meravigliosa ed elettrizzante
L’esperienza della pallavolo con la squadra femminile Villafranca Volley è stata meravigliosa ed elettrizzante.
Bello far riscaldamento tutti insieme, fantastico giocare la partitella sia con le ragazze che con i genitori, coinvolgente andare alle partite e tifare.
Sicuramente un’esperienza da portare avanti.
"Indipendenza". Ci proviamo piano piano, poi vedremo
Siamo ottimisti, la vita ce lo ha insegnato
Mia figlia frequenta volentieri il Centro, ha acquisito tante piccole autonomie (stira, prepara il caffè, usa il microonde e il grill, si rifà il letto, è autonoma nelle necessità quotidiane come lavarsi e vestirsi, e ultimamente anche nella scelta degli abiti, che prima non gestiva).
E’ tutto merito mio? Non credo. Io ho messo la mia parte ma non so se ci sarei riuscita se non avessi avuto il supporto degli operatori della struttura.
All’inizio mia figlia divideva la sua vita in due reparti separati: casa – Centro.
Tornava a casa e non ne parlava assolutamente. Ora piano piano le due cose si sono in qualche modo fuse insieme.
Al ritorno dal Centro commenta gli avvenimenti accaduti, parla dei suoi compagni e degli operatori ed è contenta di ritornare il giorno dopo.
Ma non è ancora finita. Ha bisogno, e si percepisce, di una sua indipendenza ed è questo che ora si cerca di fare (io e con il grande supporto degli operatori).
Ora per alcuni giorni alla settimana si ferma a dormire nel Centro residenziale e devo dire che la rende molto felice tanto che quando è il momento di partire da casa si prepara da sola la valigia.
“Indipendenza” forse è una parola troppo grande per noi, ma ci proviamo piano piano, poi vedremo. E’ difficile per un genitore vedere un futuro per i nostri figli e quindi è necessario avere una guida che
veda dall’esterno i loro veri bisogni e che con la sua esperienza ce li faccia capire e ci tolga l’ansia e la preoccupazione che per ovvi motivi ci coinvolgono.
Intanto andiamo avanti senza scoraggiarci come si è sempre fatto.
Un po’ di luce ogni tanto la si vede.
Siamo ottimisti, la vita ce lo ha insegnato.
Più siamo, meglio è
L’importanza dell’ascolto
Dal 2014 ho deciso di essere d’aiuto, di fare qualcosa che mi sembrava potesse essere utile per gli altri e così ho intrapreso questo percorso.
In un anno passo tanto tempo con il gruppo, ci sono persone più lievi e persone più gravi ma è sempre bello aiutarli anche se a volte è difficile nel momento in cui qualcuno si aggrava. Molto spesso però siamo noi volontari che ci poniamo delle aspettative e degli obiettivi troppo “alti” e proprio in questi momenti è fondamentale parlarne insieme e interrogarsi facendo così le nostre considerazioni e portando nuovi spunti di riflessione da cui partire. Questo penso sia un punto di forza indiscutibile del nostro gruppo!
Io, personalmente, credo di portare al gruppo un valore aggiunto quando, durante le attività, ci troviamo a parlare e a raccontare di esperienze passate, a condividere storie di anni lontani e ad ascoltarci l’un l’altro.
Siamo sempre collaborativi, ci aiutiamo e, con le nostre diversità, riusciamo a far fronte a tutto ciò che si presenta sul nostro cammino.
Il confronto, che avviene sempre con gli operatori coinvolti, è la strategia vincente che ci permette di far diventare il gruppo un qualcosa di più.
Anni fa, quando abbiamo cercato di trovare un nome con cui identificarci, ho proposto “I macchiaioli” perché ci vedo come una tavolozza unica ma con tanti colori che lasciano spazio a infinite combinazioni e che sanno completarsi e mescolarsi nel modo corretto.
La mia speranza è che la nostra tavolozza possa aumentare sempre più il numero di colori perché più siamo e meglio è!