La storia di Libro
Ciao, mi chiamo Libro. Voglio raccontarti la mia storia.
Sai che tanti anni fa ero un albero?
Ero un bellissimo pioppo. Sono cresciuto insieme a tanti miei amici sul Delta del Po, vicino Rovigo.
Un giorno è arrivato un signore e ci ha portato via. Non ci ha fatto male, no, quello no, ma avevamo tutti paura di non vederci più. Stavamo così bene insieme, a chiacchierare fra noi scuotendo le foglie e a tenere compagnia ai passerotti che venivano a salutarci.
Qualcuno era più coraggioso, non vedeva l’ora di viaggiare, io invece ero preoccupato: il mio vicino, un pioppo anziano, mi aveva detto che la nostra vita sarebbe finita lì, col taglio! Che paura ho avuto per così tanto tempo…!
E invece, come si dice, pre-occuparsi non serve a nulla!
Infatti una volta che sono diventato carta ho scoperto che avrei contenuto tanto sapere! Questo il vecchio pioppo triste non me l’aveva detto! Le parole… come tanti tatuaggi sulla mia nuovissima pelle bianca i caratteri stampati mi hanno dato nuova vita!
Di colpo sono finito in mano a una grintosa signora con gli occhiali. La chiamano Avvocato. Mi ha preso e ha iniziato a farmi il solletico con un altro ex-albero amico, Matita. A me faceva tanta tenerezza, Matita, lo vedevo accorciarsi sempre più!
L’Avvocato mi chiamava Codice. Un bel nome, co… di… ce… Io sapevo che quando la sentivo chiamarmi mi avrebbe preso e fatto il solletico con Matita.
Ogni tanto mi portava in giro, mi metteva dentro una casetta morbida insieme ad altri ex-alberi, li chiamava Appunti. Uno l’ho riconosciuto! Era un mio vicino di quando vivevo sul Delta del Po. Ma lui è durato poco, l’Avvocato invece a me teneva bene caro! Ero sempre con lei.
Pensate che una volta mi ha portato in una grandissima stanza piena di gente! C’era un signore con un martello, e tanti altri di fronte a lui. L’Avvocato mi scuoteva e la sentivo dire “E come è scritto sul Codice…”. Mi sono sentito davvero importante, quel giorno!
Poi è arrivato un brutto periodo, ho visto che l’Avvocato pensava sempre di meno a me. Era sempre davanti a una finestra luminosa. La chiamava Computer.
Non so, di colpo non le interessavo più. Invece di solleticarmi con Matita faceva tutto davanti quel coso, e io ho avuto di nuovo paura, anche più di quanto non ne avessi avuta sul Delta del Po. Perché non c’erano altri pioppi a dirmi cosa mi aspettava.
Un giorno è arrivato un signore e mi ha caricato su un camion, insieme a tanti altri libri. Tantissimi. Eravamo tutti fieri di noi e ci raccontavamo le nostre storie! Uno di noi aveva sentito dire che eravamo stati sostituiti da computer, perché ora le parole non sono più tatuaggi permanenti sulla nostra pelle bianca ma piccole informazioni che non si possono toccare. Siamo diventati vecchi e scomodi, non potevamo stare dietro alla velocità con cui cambiano le parole!
Che triste mi sono sentito… Ma anche questa volta non mi sono lasciato sconfortare.
E ho fatto bene!
E’ arrivato un altro signore, mi ha caricato su un altro camion, ma questa volta mi trattava benissimo, quasi come quando sono stato acquistato dall’Avvocato! Mi ha portato in un posto pieno di amore e calore.
Ho visto una ragazza prendersi cura infinita di me, aveva uno schema in mano. Ricordo di aver sentito dire che sarei diventato di nuovo un Albero! Non ci potevo credere! Sarei tornato quello che sono nato! Ho avuto un po’ paura delle nebbie del Delta del Po, che giornate umide che erano… Ma, ormai lo sapete, non mi lascio spaventare di nulla!
Ha iniziato a farmi le carezze e a piegare dolcemente le mie pagine, ha impiegato tante ore, tanto amore e tanta pazienza, si è presa cura di me e con il suo sapiente lavoro sono diventato davvero di nuovo un ALBERO! Ma questa volta un ALBERO DI NATALE!
Altro che nebbie del pioppeto! Sono stato adottato da una famiglia che mi esibisce orgogliosa agli ospiti. Mi tiene in sala, al calduccio, e quando arriva qualche amico mi guarda incuriosito, mi sfoglia, legge qualche mio tatuaggio ancora ben visibile e sorride. Un giorno è venuto un signore che si chiamava come la mia amica, Avvocato. Guardandomi si è commosso, ha detto che ripensava a quando era giovane e usava un mio fratello, anche lui si chiamava Codice (pensa le coincidenze!) e lo portava sempre con sé.
Le sue lacrime dei ricordi mi hanno intenerito, posso emozionare ancora, anzi, ancora più di prima.
I sorrisi dei bambini che mi hanno in casa mi fanno star bene, quando qualcuno mi sfoglia e cerca una parola a caso e poi ci fa un gioco su, o quando mi allargano un po’ di più o un po’ di meno per far spazio ad altri oggetti o per farmi tornare a essere l’unico incontrastato padrone dello scaffale, ecco, tutti questi sono momenti felici per me, vecchio pioppo diventato albero di Natale!
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